Io non sono qui: sfuggente e psichedelico il miglior film della Mostra 2007

io non sono qui"Heaven knows that the answer, she’s don’t call in no-one, she’s the way, a sailing beautiful, she’s mine, for the one, and I loss a heavy tension, by temptation less it runs, but she don’t allah me, but I’m not there, I’m gone…".

Queste sono le parole del ritornello di "I’m Not There", splendida canzone di Bob Dylan del 1956, che dà il titolo al film.
Ed è proprio la colonna sonora (e non poteva essere altrimenti) uno degli elementi più importanti di questa straordinaria opera: la scelta del regista non è caduta sui pezzi più conosciuti di Bob Dylan, ma su quelli che meglio riescono a descrivere la sua vita unica e movimentata.
Il bravissimo Todd Haynes, con questo film, ha cercato di cogliere e far capire al pubblico (riuscendoci pienamente) quale sia la vera anima di Bob Dylan, o meglio le sue diverse anime.
Per questo l’autore di "Lontano dal paradiso" decide di far interpretare "il protagonista" a sei attori diversi, con diversi nomi che prendono spunto da sei personaggi realmente esistiti, tutti entrati nello spirito di Dylan, anche se ciascuno per una piccola parte della sua vita.
Dal menestrello girovago Woody Guthrie al poeta Arthur Rimbaud, dall’impegnato Jack Rollins all’insoddisfatto Jude, dall’attore di scarso successo Robbie al cowboy Billy (dal film di Peckinpah a cui Dylan prese parte).
Tutti quanti sembrano essere accomunati dal non sentirsi a casa in nessuna parte del mondo, dal non essere in nessun posto, neppure in quello in cui si trovano.
L’unico luogo che sembra avere un senso (o forse è quello che ne ha meno?) è la città di Enigma, dalla quale scappa il piccolo Woody in cerca di fortuna e alla quale ritorna il vecchio Billy alla fine dei suoi vagabondaggi.
Il momento più difficile e intenso della vita del magico menestrello è quello interpretato da Cate Blanchett, per la quale ogni premio e ogni parola sono superflui.
Il momento della festa in cui è sdraiata sul divano, l’incontro con il poeta beat Allen Ginsberg e (soprattutto) l’intenso sguardo in macchina sono attimi commoventi e già indimenticabili che la fanno entrare di diritto nella storia del cinema.
Una menzione doverosa per tutti gli altri bravissimi attori che sembrano scomparire di fronte a Cate (ma non è così): lo strepitoso Marcus Carl Franklin (altra ottima scelta di Haynes), il perfetto Ben Whishaw, i molto bravi Christian Bale ed Heath Ledger e, infine, un immenso Richard Gere che, ritrovatosi nel bel mezzo di una sorta di circo felliniano, vive uno dei momenti più alti della sua carriera.
Il regista li dirige al meglio e, contemporaneamente, riesce a realizzare una splendida opera d’arte dal punto di vista visivo (brividi lungo tutto il corpo durante "la sequenza della balena", per fare un es.).
Haynes costruisce, in questo modo, un’opera frammentaria e psichedelica nella sua messa in scena: sei diversi stili di regia, uno per ogni differente registro narrativo.
"Io non sono qui", uno dei film più belli dell’anno, ci parla davvero di tante cose.
E’ un film sul passare del tempo, lo spazio ha poca importanza. E’ un film sul divenire di uno dei più grandi geni del ‘900.
E’ un’opera sfuggente e indefinibile: non è un mockumentary (come qualcuno ha osato dire), non è un film sulla musica e nemmeno un film biografico. E’ semplicemente altissimo cinema.
Perchè? La risposta, questa volta non sta soffiando nel vento, soltanto il paradiso (forse) la conosce.

"Heaven knows that the answer…(…)…. but I’m not there, I’m gone…"

Chimy

Voto Chimy: 3,5 / 4

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26 commenti

  1. anonimo

     /  11 settembre 2007

    Bellissima recensione,molto meglio di alcune apparse sui quotidiani tipo repubblica o il manifesto.
    Non ero molto convinto di andare a vederlo perchè non conosco bene bob dylan, però la tua recensione me ne ha fatto venire davvero voglia.

    Luca

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  2. Edooo

     /  11 settembre 2007

    Sì la sequenza della balena è da brivido. E la parte migliore della Blanchett è quella del dialogo in macchina,in quel momento è immensa. Poi io ho apprezzato tantissimo in pezzi in bianco e nero con Ben Wishaw.
    Sono contento che ci sia un estimatore in più!
    Comunque sul Secolo ho visto oggi che gli hanno dato solo una palletta,cioè il minimo..tzè

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  3. Ciao Luca, ti ringrazio x i complimenti (troppo buono)…A me di solito il critico del manifesto (silvestri giusto?) piace poco, invece mi trovo spesso d’accordo con Nepoti de “La Repubblica”, a lui non è piaciuto il film?
    Cmq “Io non sono qui” te lo consiglio tantissimo e non è necessario, a mio parere, conoscere alla perfezione Bob Dylan per apprezzarlo… Magari dopo che l’hai visto diventerai anche tu un fan del magico menestrello. Fammi sapere…
    Saluti

    Chimy

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  4. Ciao Edoo, hai ragione: anche il pezzo in bianco e nero con Ben Whishaw è davvero straordinario…
    Un elemento in più x apprezzare questo grandissimo film.
    Del secolo non ho mai letto una recensione e credo che non comincerò certo da adesso, dopo che mi hai detto che danno solo una palletta al film…
    Ciao, a presto

    Chimy

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  5. p.s. ai due messaggi precedenti: ne capiamo molto di più noi cinebloggers, che abbiamo davvero una grande passione per il cinema, piuttosto che i cosiddetti “critici” dei quotidiani, la cui maggior parte si guarda 5 minuti di film e poi s’addormenta e il giorno dopo scrive quello che gli pare… Mostra di Venezia 2007 docet…

    Chimy

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  6. anonimo

     /  11 settembre 2007

    La recensione su Repubblica non è di Nepoti, ma di Natalia Aspesi che parla di cinecaos che solo i super esperti di musica e cinema contemporaneamente riusciranno a decifrare.

    Luca

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  7. La Aspesi è un’altra che mi piace poco… non concordo minimamente con la sua frase…

    Chimy

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  8. (la aspesi brrrrrrrrr la aspesi brrrrrrrr, ho i brividi)

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  9. Siamo in due ad avere i brividi quando si parla della Aspesi, solitamente è davvero irritante…
    Ma non potrebbe farle solo Nepoti, che di solito ne capisce, le recensioni su “La Repubblica” per i film più importanti (tipo “I’m Not There”)?… misteri del giornalismo cinematografico…

    Chimy

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  10. Memorabile, una visione totalizzante!
    Ho ancora in testa l’ultimo sguardo della Blanchett….

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  11. Concordo.Lo sguardo di Cate è già da storia del cinema…

    Chimy

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  12. La Aspesi dovrebbe fare altro, siamo tutti d’accordo.
    Io esprimo nuovamente la mia rabbia verso i gestori dei cinema della mia cara provincia di Novara. Nessun cinema, nessuno, proietta “I’m Not There”. Il cinema più vicino che lo proietta è a circa una 30ina di chilometri, ma nella vicina provincia di Varese.
    Incredibile, incredibile.
    Godetevelo al cinema almeno voi. Io continuo a benedire il mulo.
    Saluti indignati.
    Para

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  13. Edooo

     /  12 settembre 2007

    Io ormai ci ho rinunciato,ho capito che devo muovermi se voglio andare al cinema. Alla fine vado al cinema più o meno 2 volte a settimana con i miei amici,e il 70 % delle volte dobbiamo andare a Genova (che è a 30 km da noi) perchè qui danno solo le cazzate. Ora comunque siamo abituati,non ci pesa neanche più.

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  14. La distribuzione italiana è sempre terribile… certo che per un film come “Io non sono qui”, onestamente, mi aspettavo che uscisse un pò dappertutto… In teoria incassi dovrebbe farne abbastanza…
    Boh…misteri della distribuzione…

    Chimy

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  15. Ti capisco Edooo, a volte lo farei anche io, e per “I’m Not There” mi va già bene, perchè per altri film, ancor meno distribuiti, i km che dovrei fare sarebbero i più di 50 per raggiungere Milano. Bella la vita dei cinelovers eh?
    Tra l’altro “Io non sono qui” solo per il cast dovrebbe meritare un minimo di attenzione. La pubblicità mi è sembrata buona, il film è di alto livello, e quindi non si capisce proprio perchè una distribuzione così sommaria.
    La cosa scandalosa è che da me c’è ancora “Pathfinder”. Non l’ho visto e non mi interessa, però è in sala da tre settimane se non di più e non mi pare brilli per incassi.
    I misteri.
    Saluti.
    Para

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  16. grandi attori… per uno dei film più attesi della stagione.
    anke noi pazzi amanti della 7a arte, passa a trovarci se ti va… a presto.

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  17. Uno dei più attesi e molto probabilmente uno dei migliori…
    Passeremo a visitare il vostro blog
    Ciao, a presto

    Chimy

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  18. Bellissima la sequenza della balena!
    Mi ha veramente estasiato!
    Come tutto il film d’altronde..

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  19. Trasmette emozioni davvero rare questo film… sia in quella magnifica sequenza che in molte altre. Questo (forse) è il suo merito più grande…

    Chimy

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  20. Tutte considerazioni intriganti le tue. Io però i riferimenti a 8 1/2 li ho un po’ digeriti male, tranne le musiche del “Casanova” in sottofondo. Mi è piaciuto, ma non lo trovo assolutamente un’opera rivoluzionaria come dicono in tanti.

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  21. Ciao Patrick, sui riferimenti a Fellini a me, personalmente, non hanno infastidito… li ho trovati assolutamente coerenti e inseribili all’interno del contesto del film. Cmq non sei il primo che mi dice che li ha un pò maldigeriti….
    Come avrai letto, il film a me è piaciuto moltissimo e lo trovo un’opera profondamente innovativa per aver modificato la maniera di fare film biografici: non dà più importanza al personaggio-cantante in sè, facendo vedere la sua vita in modo tradizionale (tipo il film su Johnny Cash per fare un es.), ma coglie gli aspetti più profondi della sua anima e i cambiamenti che (l’anima stessa) ha avuto durante la sua carriera… Per fare questo Haynes sceglie sei personaggi (Rimbaud, Billy The Kid…) che si avvicinano tantissimo al modo di essere di Bob Dylan in un determinato periodo della sua vita… Per questo motivo la trovo un’opera rivoluzionaria, perchè è il primo film che fa un’operazione simile… non coglie l’uomo, ma il suo spirito (o meglio i suoi diversi spiriti)…
    In più le interpretazioni e molte splendide sequenze dal punto di vista visivo, mi hanno fatto amare “Io non sono qui” davvero tantissimo…
    Ciao e grazie della visita

    Chimy

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  22. Eccomi!
    Meraviglioso..un film che ti tocca ogni singolo senso.

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  23. Concordo in pieno… una vera meraviglia…

    Chimy

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  24. Bellissima recensione per un film altrettanto bello.
    Impossibile liberarsi dalle emozioni dopo la visione, impossibile non avere voglia di guardarlo immediatamente una seconda volta.
    Però sento anche la necessità di approfondire tutti quegli aspetti e sfacettature della vita di Dylan che i vari personaggi rappresentano.

    Weltall

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  25. Io per ora mi sono trattenuto e non ho ancora fatto la seconda visione… ma ora me n’è tornata voglia.

    Ciao e grazie

    Chimy

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