Tropic Thunder: "Io non leggo il copione, è il copione a leggere me". Kirk Lazarus

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Tropic Thunder funziona, e funziona alla grande. Perché Tropic Thunder è un film intelligente.

Tropic Thunder è un film intelligente, e che funziona, per diversi motivi. Diciamo tre.

1. Il meccanismo di inserimento dello spettatore nella diegesi è, per assurdo, extradiegetico. I trailer iniziali, infatti, oltre che essere belli, geniali e divertenti servono a consolidare nella mente dello spettatore che i quattro attori protagonisti non sono Ben Stiller, Robert Downey Jr, Jack Balck e Brandon T. Jackson, ma Tugg Speedman, Kirk Lazarus, Jeff Portnoy e Alpa Chino. Ed in questo modo, il meccanismo meta cinematografico dell’attore che recita l’attore acquista più velocemente credibilità, perché l’attore della diegesi ci diventa familiare subito in quanto presentato prima del film vero e proprio. Sfruttando poi stereotipi ben consolidati e successive trovate narrative nel corso della pellicola, impariamo a considerare gli attori (della diegesi) come a noi familiari.

2. La riflessione meta cinematografica è usata efficacemente per criticare (senza parodiare inutilmente) lo star system. Il personaggio che serve maggiormente a questo ruolo è dentro e fuori (in maniera ambigua) dalla diegesi del “film nel film”: Les Grossman, uno straordinario Tom Cruise.

3. Tropic Thunder è girato da un Ben Stiller che si dimostra, di nuovo dopo Zoolander, un regista bravo e maturo. E anche serio. Cose che nei precedenti due lavori, Giovani, carini e disoccupati e Il rompiscatole non era ancora in grado di esternare. In Tropic Thunder, infatti, il ritmo è costante e incalzante, senza tempi morti o ripetizioni, due cose che, in molti film comici, tendono a verificarsi spesso. Stiller, poi, cambia registro con correttezza a seconda della situazione. La costante, però, è che dentro un impianto stilistico serio e solido si trova una messa in scena dove continuamente avviene un ribaltamento, grazie alle gag degli attori. Dialoghi seri e profondi spezzati da un umorismo imprevedibile, o semplici gag slapstick dentro sequenze empatiche. Tra quest’ultimo esempio indimenticabile la sequenza girata con l’effetto distorsione e ralenti da post onda d’urto d’esplosione, dove appare, nella soggettiva di Tugg Speedman, Jeff Portnoy in un’inaspettata situazione.

Tralasciando poi le citazioni, belle e gustose, da Platoon (la caduta in ginocchio a braccia rivolte al cielo), Apocalypse Now (l’arrivo degli elicotteri, Stiller simil Brando in penombra), e Hamburger Hill (la crudezza, qui splatter, delle ferite ai soldati).

Tropic Thunder è un film intelligente, e che funziona. I motivi sono i tre qui sopra. E il tre qui sotto.

 

Para

Voto Para: 3/4