FEFF 9: Primo classificato… No Mercy for the Rude

Quando è stato annunciato "No nomercyMercy for the Rude" come vincitore del nono Feff tra gli spettatori della manifestazione c’è stata grande sorpresa, in parte perchè si attendevano altri nomi, in parte perchè non tutti erano riusciti a vederlo, visto che il film è stato proiettato alle 9.30 del mattino, ora segnata dalla scarsa affluenza di pubblico.

La trama del film è basata interamente su un personaggio: un ragazzo muto, amante della corrida e dei frutti di mare, vuole ripulire il mondo uccidendo le persone che non meritano di abitarlo, cercando, inoltre, di guadagnare abbastanza soldi per pagarsi un’operazione alla lingua che gli permetta di parlare.

Il merito maggiore del film è proprio il personaggio protagonista, interpretato da Ha-kyun Shin, importante attore coreano visto tra gli altri in "Mr.Vendetta" , perfetto per la parte. Questo personaggio che non può parlare con gli altri personaggi del film, a causa del suo handicap, decide di comunicare direttamente con noi spettatori, trasmettendoci le sue impressioni sul mondo che lo circonda, un mondo che non sembra amare un granchè. Questa concentrazione totale del film sul protagonista da sì grande spessore al personaggio, ma allo stesso tempo sembra abbastanza limitante nei confronti degli altri (uomini, donne, bambini) che vengono soltanto accennati e poco sviluppati. Anche le uniche battute importanti, nello svolgimento del racconto, sono pronunciate dal protagonista, tra cui alcune veramente notevoli come: "Ho sempre voluto sventolare un mantello di fronte a tori scatenati (…) ma in questo paese non abbiamo tori. E le mucche non vanno bene", oppure da ricordare anche una delle frasi finali: "Essere ucciso da un cattivo….è così imbarazzante".

"No Mercy for the Rude", opera prima di Park Cheol-hie, è un film valido nella parte iniziale e finale, ma subisce troppi cali in una banale parte centrale; inoltre pecca molto di originalità, non rischiando abbastanza e rifacendosi a modelli ben consolidati, problema comune del cinema coreano di oggi, anche tra i film visti al Feff.  

Un film nel complesso interessante, anche se inferiore ad altri film del festival che meritavano maggiormente quel primo posto.