Lussuria: Valore e Potere nel cinema contemporaneo…

Nella storia della critica per giudicare un’opera si è spesso distinto fra  Valore e Potere.
All’interno del primo gruppo rientra(va)no la forma, il contenuto e lo stile dell’opera; all’interno del secondo le emozioni che la stessa suscita negli spettatori.
Per il suo Valore, "Lussuria" di Ang Lee è un film perfetto, impeccabile, maestosamente realizzato.
Il regista taiwanese riesce a ricostruire perfettamente l’ambientazione della Shanghai anni ’40 nella quale il film è ambientato.
Le scenografie, i costumi (sì ci sono anche questi in un film), la colonna sonora sono deliziosi.
Perfette sono anche le interpretazioni: bravissima l’esordiente Tang Wei (che avrebbe meritato ex-aequo il Premio Mastroianni a Venezia), ottima Joan Chen (l’indimenticata Josey di "Twin Peaks"), su Tony Leung ho ormai esaurito gli aggettivi: uno dei migliori attori (non solo asiatici) del cinema contemporaneo, qui nel ruolo più torbido della sua carriera.
Rodrigo Prieto ci regala una "fotografia" affascinante e diversi meriti ha anche la sceneggiatura così come (naturalmente) la regia di Ang Lee che si destreggia bene, per tutta la lunga durata del film, tra una prima parte casta e trattenuta e una seconda focosa, erotica e passionale.
Il problema del film è forse quello di non riuscire a coinvolgere troppo (il Potere di cui si parlava in precedenza).
"Lussuria" rimane un pò troppo distante dagli spettatori, privo di quell’empatia che caratterizzava molto cinema classico al quale questo film si rifà. Questo a causa (forse) proprio dell’eccessiva cura con la quale è stato fatto.
Comunque un’opera coraggiosa che unisce diversi generi del cinema classico: si può definire una sorta di Melò Noir (in piccola parte) con atmosfere da Spy story.  Probabilmente non meritava il Leone d’oro che gli è stato dato. Ma questo non è certo un elemento per criticarlo.

p.s. una menzione speciale al geniale titolo "Lust, Caution" con il quale Ang Lee "giocava" con i sicuri problemi che il film avrebbe avuto con la censura (in patria e non solo), anticipando nel titolo il bollo censorio: "Attenzione, lussuria".
Era uno dei più intelligenti titoli degli ultimi anni, purtroppo la stupida distribuzione italiana non ne ha capito il significato.

Chimy

Voto Chimy: 3 / 4