The Hole: una botola e il 3d nell'horror per famiglie di Joe Dante

La recensione è già stata pubblicata su Il Sole 24 Ore Online

 

Appena trasferitisi da Brooklyn in una piccola cittadina americana, i fratelli Dane e Lucas trovano nella cantina della loro nuova casa una botola chiusa con numerosi lucchetti. I due non resisteranno alla tentazione di aprirla e da quel "buco" usciranno le loro paure più nascoste.
A 25 anni di distanza dai suoi celebri "Gremlins", Joe Dante torna a realizzare con "The Hole" un "horror per famiglie", come lui stesso ha deciso di definirlo. Protagonisti sono ancora ragazzi vogliosi di avventure e misteri capaci di ravvivare l'apparentemente noiosa vita di provincia.
Come per il film del 1984, Joe Dante vuole spaventare i più piccoli coinvolgendo però anche gli adulti che non rimarranno indifferenti alla visione di "The Hole", grazie soprattutto al valore aggiunto del 3d.
Lontano da qualsiasi riflessione teorica sulla stereoscopia e sui cambiamenti che può apportare alla profondità del campo dello schermo, Joe Dante utilizza il 3d per suscitare maggiore meraviglia e spavento negli spettatori: ne fa un uso "semplice" ma onesto, che rimanda a un effetto-luna park, nel quale oggetti e figure sembrano volare verso di noi oltrepassando la barriera dello schermo.
Mentre appare scontata la riflessione sul perturbante che si annida nell'ambiente domestico della famiglia protagonista, è certamente riuscito questo tentativo di ricreare nel pubblico quell'antico stupore che contraddistingueva le prime visioni cinematografiche in 3d nelle sale degli anni '50.

 

Chimy
Voto Chimy: 2,5/4