L'ultimo inquisitore: una delle delusioni della stagione l'ultimo di Milos Forman

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Nel corso delle rassegne cinematografiche estive è possibile recuperare film interessanti della stagione passata che si sono persi, ma anche cadere in forti delusioni con opere, per cui l’attesa ha fatto crescere la voglia di vederl,e che poi si sono rivelate ampiamente sotto le nostre aspettative.

Nella seconda categoria sta "L’ultimo inquisitore" del celebre regista ceco Milos Forman

Fin dalla trama si possono cogliere quali sono i problemi del film: Spagna, fine ‘700.  L’inquisizione sta sferrando gli ultimi attacchi contro l’illuminismo che si sta sviluppando in tutta Europa.  Francisco Goya (Stellan Skarsgard), divenuto pittore di corte, diventa uno degli artisti che meglio raffigurano questo scenario di violenza e di miseria.  Un giorno, una delle sue modelle, Ines (Natalie Portman), viene accusata ingiustamente dall’inquisizione e imprigionata.  Nella cella dove viene rinchiusa, conosce padre Lorenzo (Javier Bardem), influente monaco domenicano e cliente di Goya, che abuserà di lei e della sua ingenuità mettendola incinta. Ines impazzisce e va in un manicomio, la figlia Alicia viene data ad una famiglia benestante. Mentre la “caccia alle streghe” sta giungendo al termine, grazie ai nuovi ideali legati alla rivoluzione francese, padre Lorenzo parte dalla Spagna e vi ritornerà, soltanto 15 anni dopo, in una nuova veste: quella di seguace e consigliere napoleonico. Già, perché nel frattempo c’è stata l’ascesa napoleonica che porta la Spagna in miseria.

Ma non finisce qui. Con l’arrivo delle truppe inglesi sul territorio si arriva ad un’obbligata restaurazione e Padre Lorenzo, traditore della nazione iberica, viene messo a morte.

Una storia che io definirei "abbastanza" ambiziosa. Il problema del film è proprio questo: il voler raccontare così tanti risvolti storici e personali in poco tempo (1h 45m più o meno).

Sembra impossibile che il testo sia stato scritta dal regista con lo sceneggiatore bunueliano Carriere. Questo mettere troppa carne al fuoco, fa sì che non si riesca a sviluppare bene nessun argomento trattato: il pittore Francisco Goya meriterebbe un film maggiormente incentrato sulla sua figura; l’inquisizione viene mostrata pochissimo e in modo molto banale (una stanza con qualche tortura? visto ormai troppe volte); la rivoluzione francese, l’ascesa napoleonica e l’arrivo dei salvatori sono buttati lì in fretta e furia senza avere il tempo di essere maggiormente trattati…

Anche la regia di Forman non ha più i guizzi di una volta: il tocco delicato che ha contraddistinto diversi suoi ottimi film manca completamente ne "L’ultimo inquisitore", che rimane un melò-storico pieno di eccessivi colpi di scena. Soltanto nel bel finale abbiamo una sequenza che ci ricorda qual’è il nome del regista: Ines ha finalmente trovato una bambina a cui fare da madre, la alza al cielo per mostrarla al "padre" Lorenzo poco prima che venga giustiziato.

Rimane, comunque, un minestrone malcucinato, dove anche i (solitamente) molto bravi Javier Bardem, Stellan Skarsgard e Natalie Portman, rischiano di affondare più di una volta.

Chimy

Voto Chimy: 2 / 4