Nessuna qualità agli eroi: una certa tendenza del cinema italiano…

"Nessuna qualità agli eroi", opera seconda di Paolo Franchi, visto in mezzo ai fischi (forse anche un pò esagerati, visto che "L’ora di punta" di Marra gli era, se possibile, inferiore) della Mostra di Venezia, fa parte di un filone negativo che sta prendendo purtroppo piede fra i tanti difetti del cinema italiano.
Tutti noi vorremmo che il cinema italiano rischiasse di più, ci proponesse nuove storie, nuovi stili, diversi da quelli dei melodrammoni di casa nostra che vediamo ormai in continuazione.
Tentare qualcosa di diverso è quindi giustissimo (e questo è un merito del film), ma bisogna farlo con umiltà, come un punto di partenza e non di semplice arrivo.
Diversi registi italiani, in questi ultimi anni, dopo un’opera prima apprezzata, caso proprio di Paolo Franchi, realizzano delle seconde opere eccessivamente ambiziose che prendono direttamente la strada dell’estrema arroganza.
Sembra quasi che, visto l’apprezzamento critico dopo un film che ha avuto recensioni di successo, ci si senta già arrivati, ci si crede di essere già Fellini o, in questo caso, Antonioni e si va a realizzare un secondo film pieno di una pretestuosità non supportata dalle proprie capacità.
Venendo al caso specifico di "Nessuna qualità agli eroi": la sceneggiatura sembra essere stata fatta soltanto per cercare di far considerare Franchi un autore. Dialoghi spesso imbarazzanti, scene eccessivamente pesanti di cui sinceramente non si sentiva il bisogno.
"Nessuna qualità agli eroi" ha il merito, però, di essere fatto visivamente bene per i nostri canoni e di essere recitato discretamente dai tre protagonisti.
Per questo motivo non voglio essere eccessivamente negativo sul giudizio; anche perchè del filone arroganza-italiano sopracitato non è certamente uno dei peggiori: decisamente superiore, ad esempio, alla seconda opera di Saverio Costanzo intitolata "In memoria di me" vista (purtroppo) lo scorso anno. Quella sì da trattare senza alcuna pietà…

Chimy

Voto Chimy: 2/4


Mostra di Venezia-giorno 3: ancora delusioni e tanta incazzatura…

Sicuramente il giorno più brutto della Mostra: 3 film deludenti in concorso e un grosso scandalo…

Partiamo dal film (forse) meno-peggio: "Gli amori di Astrea e Celadon" di Eric Rohmer.
Purtroppo molto meno interessante di quanto mi aspettassi.
Il grande regista francese (assente per problemi di salute) ha girato un’opera totalmente inseribile all’interno della sua filmografia e del suo modo di fare cinema: grande attenzione ai dialoghi, regia molto semplice, forte letterarietà.
Il film è tratto da un libro del 1600 che parla delle difficoltà amorose di due giovani della Gallia.
Rohmer segue fedelmente il testo originale, ma questo (vista l’epoca in cui è stato scritto il racconto) lo rende troppo pedante e onestamente superato.
La trama prende risvolti a volte troppo banali, altre volte un pò fuori-luogo (vedi il finale).
Resta, comunque, un film discreto vista l’onestà complessiva dell’opera: un film semplice, con atmosfere quasi favolistiche che ci rimandano al tempo dei druidi e ci allontanano dall’arroganza che contraddistingue altri autori del concorso (tra cui quelli dei prossimi due film sotto).

Decisamente deludente è anche Paul Haggis con "In the Valley of Elah".
Il film parte bene raccontando la storia di un uomo (T.L.Jones) che cerca di avere notizie del figlio, soldato americano in Iraq.
Discreto è anche il finale con il quale il regista critica gli Stati Uniti, facendo issare al protagonista la bandiera americana al contrario.
I grossi problemi sono in una lunga, prolissa e noiosissima parte centrale che fa perdere l’interesse che il film aveva generato nel pubblico all’inizio.
La regia di Haggis (che, personalmente, ho poco sopportato anche in "Crash") è spesso falsa e piena di retorica: cerca di fare contenti un pò tutti con strizzatine d’occhio e una parte finale che cerca di commuovere il pubblico mediante i procedimenti più commerciali possibili (ad es.canzoni struggenti). Mi stupisco sempre che sia lo sceneggiatore di uno dei miei registi preferiti.
Il film, che potrebbe anche vincere il Leone per la tematica che affronta (la forma viene spesso messa in secondo piano nei grossi festival..), ha però una grande interpretazione in Tommy Lee Jones che punta forte alla Coppa Volpi insidiando Tony Leung e Michael Caine.

Andiamo invece a quello che probabilmente è il film peggiore visto fin’ora in concorso: "Nessuna qualità agli eroi" di Paolo Franchi.
Un’opera pretestuosa e arrogante come se ne vedono solo in Italia.
La trama, decisamente complessa, sembra scritta soltanto per cercare in tutti i modi di fare considerare Franchi un autore: scene drammatiche e pesanti per tutta la durata di questo brutto film.
Può essere eletto a simbolo del cinema italiano di oggi: un regista (Franchi) esordisce con un film ("La spettatrice"), ha successo, pensa di essere diventato Fellini o Rossellini (o, forse, Antonioni in questo caso) e nella sua seconda opera mostra tutto questo suo sentirsi grande e arrivato, facendo invece dei lavori insopportabili.
Arroganza simile a quella di Saverio Costanzo per "In memoria di me".

Infine lo scandalo di cui vi parlavo: il film di Woody Allen "Cassandra’s Dream" non potrò vederlo (e insieme a me gli altri accrediti).
E’ stato comunicato oggi che la casa di distribuzione del film, controllata da quel "genio" di De Laurentis, ha deciso di proiettare il film soltanto per la stampa giornaliera e per il pubblico pagante (che deve spendere 40euro, se riesce a trovare il biglietto), togliendo 3 delle 5 proiezioni previste.
Per il momento sono sconosciute le cause. Spero che non sia la volontà di guadagnare qualche soldo in più, facendo pagare il biglietto alle migliaia di accrediti che l’hanno perso. Sarebbe molto triste.
Personalmente, comunque, ho deciso di non andarlo a vedere in sala, ma di scaricarlo da Internet, per non dare neanche 6 euro al "grande genio".

Incazzatamente vi saluto…

Chimy