Speed Racer: il ritorno dei fratelli Wachowski dopo i

“Superauto Mach 5” è il titolo italiano di “Mach Go Go Go”, negli Stati Uniti “Speed Racer”. Questa serie animata giapponese, datata 1967, è stato uno dei primi anime, insieme ad “Astroboy”, ad essere esportato nel mondo. Se in Italia è arrivato in ritardassimo, cioè negli anni ‘80, in Usa era già da anni un cult per tutti i bambini americani. Prototipo di ogni produzione televisiva animata dedicata alle auto da corsa, è probabilmente stato il cult anche dei due piccoli fratellini Wachowski.

Speed (Emile Hirsh), che di cognome fa Racer, è un pilota talentuoso che ha come modello di vita suo fratello, Rex Racer, morto, forse, in un incidente durante una gara. Guida la sua Mach 5, costruita da suo padre Pops Racer (John Goodman), con il costante tifo della sua amica/fidanzata Trixie (Cristina Ricci in una misé vintage arrapante) e del fratellino (sempre insieme alla scimmia domestica). Nemico/amico di competizione è Racer X (Mattehw Fox, che dovrebbe essere lasciato sempre su di un’isola). Obiettivo principale di Speed è di eliminare il marcio dal mondo della competizione automobilistica, nel quale multinazionali interessate al ritorno economico truccano e pilotano le gare.

Speed Racer” è un film per bambini tra gli 8 e i 13 anni, esattamente come il target a cui era indirizzato il prodotto originale giapponese. “Speed Racer” è il pessimo risultato di un’operazione interessante: la manipolazione e la trasformazione di un anime giapponese degli anni ‘60 in un film Disney degli anni 2000. Non che ci sia di mezzo la Disney, ma è chiaro che il punto di riferimento nella realizzazione della sceneggiatura, nela caratterizzazione dei personaggi e delle vicende, è il classico film Disney. La volontà dei fratelli Wachowski è stata, probabilmente, quella di riproporre un proprio amore d’infanzia ad un pubblico nuovo che non potrebbe apprezzarne la versione originale. Prendono un prodotto semplice, banale, ma allora di assoluto effetto, e lo rendono un assortimento di caramelle per bambini. Nel film c’è molto più di quello che offriva la serie animata originale, e c’è tutto quello che potrebbe piacere ad un bambino pre-adolescente: personaggi semplici e stilizzati, ninja, influenze da video game, comicità infantile, azione, un loro coetaneo (che ha una scimmia come amico e che fa il simpatico), wrestling e corse in auto (con auto realizzate esattamente come i famosi modellini Mini 4wd della Tamiya, “stilose” ed aggressive proprio come piacciono ai bambini). Proprio le corse in auto sono, però, le uniche parti del film a piacere anche ad un adulto e, soprattutto, le uniche parti del film veramente meritevoli. L’attenzione al ritmo, all’impianto visivo, alla costruzione di movimenti spettacolari, l’uso di movimenti di macchina e di inquadrature interessanti (tra cui una splendida, ma nascosta, falsa soggettiva), rendono chiara l’abilità dei Wachowski a dirigere un certo tipo di cinema. Il resto, invece, è il frutto di una sceneggiatura banalissima, con dialoghi infantili e, oltretutto, con una recitazione pessima da parte di tutto il cast (Emile Hirsh compreso). La regia, dove non ci sono auto che volteggiano, roteano, saltano e si scontrano, è piatta e inconsistente, e in alcuni punti dove dialoghi, storia, recitazione e regia si trovano tutti insieme al minimo valore ci si addormenta pure.

Se i Wachoski hanno voluto realizzare un film solo per bambini ci sono riusciti e magari piacerà loro anche tanto, ma se avevano l’intenzione di fare un film per tutti allora hanno miseramente fallito.

“Speed Racer” è un un film troppo sbilanciato, in cui è palese l’incapacità (si spera solo in questa occasione) dei Wachowski a prestare attenzione a tutte le componenti, narrative e stilistiche, che formano un film, non soltanto alle parti in cui danno sfogo alla loro originalità e voglia di sperimentazione (soprattutto visiva).

"Speed Racer”, quindi, non è un film stilizzato ma, piuttosto, un film scarabocchiato.

Para

Voto Para: 2/4

I fratelli Wachowski dopo il folgorante "Matrix" (1999), hanno sempre deluso le alte aspettative che c’erano sui loro film.
"Matrix Reloaded" e "Matrix Revolution" erano due film poco riusciti, il cui difetto maggiore era un’assoluta mancanza di equilibrio registico fra quelle parti che invece avevano trattato con sapienza nel film che ha dato il via alla serie.
La stessa mancanza di equilibrio si va a riscontrare (forse anche maggiormente) in questo "Speed Racer", in cui le varie fasi filologiche dell’operazione compiuta (come ha sottolineato anche il Para)  sembrano scontrarsi l’una con l’altra, invece che armonizzarsi a vicenda.
Le innovazioni visive collidono con una sceneggiatura banalissima (con frasi che provocano spesso imbarazzo) e stupida; le, quasi tutte abbastanza riuscite, sequenze dinamiche di corsa (non troppe) si scontrano invece con quelle statiche, assurde ed inguardabili.
Anche a livello contenutistico fa male il suo lavoro. E’ vero che è fatto per un target di bassimissima età (almeno si spera) e quindi bisogna fare contenti i piccoli spettatori, e fargli vedere che la povera e buona famiglia debba sconfiggere i cattivoni potenti. Però si esagera, arrivando a paragonare le multinazionali al diavolo (?) in persona.
Troppo lungo e inefficace, "Speed Racer" porta a farsi rivalutare in piccola parte per la bella sfida finale (chi vincerà?) nel circuito più importante. Maluccio anche gli attori, il protagonista in particolare
Quando finalmente si è contenti di aver assistito ad una sequenza ben fatta (questa descritta sopra), subito dopo si cade nell’abisso di uno dei post-finali più ridicoli che si siano visti negli ultimi tempi.
Senza svelare troppo, si va a "sistemare" l’unico concetto non commerciale che si era "azzardato" in precedenza. Non si fa.
La fine dei Wachowski?

Chimy

Voto Chimy: 1,5/4